Disturbi Alimentari – Quando il cibo diventa linguaggio

Il cibo nutre, conforta, regola. Ma può anche diventare un modo per parlare senza parole, per esercitare controllo, per calmare il dolore o punire un corpo che non si riconosce più.
Quando il rapporto con il cibo e con il corpo si trasforma in un pensiero fisso, in una lotta quotidiana, spesso non è il cibo il vero problema, ma ciò che rappresenta.

Nell’approccio adleriano, ogni sintomo ha una direzione, un’intenzione, un significato sociale e relazionale. I disturbi alimentari non sono capricci né mancanze di volontà, ma tentativi di affrontare la vita con gli strumenti che, in un certo momento, sono sembrati gli unici possibili.

Il sintomo come messaggio

Anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata, esercizio compulsivo, rifiuto del corpo: ognuno di questi comportamenti può esprimere:

Un bisogno di essere visti, ascoltati, riconosciuti

Il tentativo di riprendere il controllo in una vita che sembra sfuggire di mano

Una profonda insicurezza sul proprio valore personale

Il timore del giudizio, del rifiuto o dell’intimità

Una forma silenziosa di rabbia, dolore o bisogno d’amore

Un lavoro di ricostruzione

La terapia è uno spazio dove, con rispetto e delicatezza, si può:

Dare voce a ciò che il corpo sta cercando di dire

Ricostruire un rapporto più sano con se stessi

Esplorare le emozioni bloccate dietro il comportamento alimentare

Recuperare una sana autostima e il senso di appartenenza alla vita

Imparare a sentirsi abbastanza, anche quando imperfetti, vulnerabili o spaventati

Un approccio umano, non giudicante

Nel mio lavoro non ci sono etichette, classificazioni o urgenza di “correggere”. C’è una persona, unica, con la sua storia, il suo dolore e la sua forza. E un percorso terapeutico costruito insieme, fatto di ascolto, alleanza e rispetto dei tempi.

Un primo passo verso te stessa/o

Se senti che il cibo ha preso troppo spazio nella tua vita, se il corpo è diventato un nemico o un’ossessione, puoi iniziare da qui. Non sei sola/o, e non sei sbagliata/o. La terapia può aiutarti a riscoprire chi sei oltre il sintomo.

Prenota un primo colloquio:

Uno spazio riservato in cui sentirti ascoltata/o senza giudizio, e iniziare un percorso di comprensione, cambiamento e guarigione autentica.

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